I corrispondenti di F. Chiesa: tracce per un epitolario
Pubblicato in: Cartevive, anno II, n. 1, pp. 11-12
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Data: marzo 1991
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Il primo nucleo del Fondo Francesco Chiesa della Biblioteca Cantonale di Lugano consta di oltre un migliaio (millecentotrentaquattro) di documenti: quasi sempre lettere, alcuni biglietti o cartoline. Un elenco provvisorio e disuguale fu allestito, in forma di esercitazione, da un gruppo di allievi del "Seminario di italiano" del Liceo 1 di Lugano, nell'anno scolastico 1985-86, sfruttando le due ore del martedì pomeriggio. In questo Fondo si trovano lettere giunte a Francesco Chiesa (sarebbe invece interessante possedere quelle da lui spedite, che qui mancano affatto): non tutte! Non ci sono, tanto per fare un esempio, le lettere scritte a Chiesa da Giovanni Papini, che lo storico Giuseppe Martinola disse di aver visto una volta a Sagno, paese d'origine del Chiesa. C'è solo da sperare che, col tempo, gli eredi si convincano circa i vantaggi che potrebbero derivare, per il nome del Chiesa stesso, mettendo a disposizione degli studiosi le carte private del "loro" autore. Il contenuto del le lettere che costituiscono il Fondo Chiesa non è, parlando in termini generali, molto esaltante. Di solito il corrispondente italiano, fatti i debiti, spesso iperbolici complimenti allo scrittore, viene al chiodo
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comune a molti: fare un giro di (redditizie) conferenze nelle città svizzere, presso le "Dante Alighieri" delle città confederate o altre istituzioni culturali. Chiesa era (giustamente) ritenuto personaggio-chiave per aprire molte porte. In qualche caso la missiva si fa addirittura, per noi, irresistibilmente comica: basti pensare al professore di sanscrito che fa l'elogio della sua disciplina e si raccomanda a Chiesa per un posto nella (rimasta sempre futura) Università della Svizzera italiana. Le lettere di gran lunga più importanti sono quelle (quasi un'ottantina) spedite a Chiesa da Brenno Bertoni, per lunghi anni deputato del partito liberale (e del Ticino) a l Consiglio Nazionale (Parlamento a Berna) prima e al Consiglio degli Stati (Senato) poi. Il carteggio tra i due cognati è una buona pista per costruire il ritratto dell'autore di Tempo di marzo e della politica (politica tout-court e politica culturale) del Ticino fra le due guerre. Questo carteggio sarà prossimamente pubblicato. Scorrendo l'elenco degli altri corrispondenti, si trovano nomi di protagonisti nella vita culturale d'Italia {e della Svizzera). Segnaliamone alcuni: si incontrano qui (andando in ordine alfabetico) Alvaro (una lettera), la Sibilla Aleramo (una), quattordici pezzi di Baldini; Bontempelli, Giulio Bertoni, la Teresina Bontempi (fondatrice dell'"Adula"), G.A. Borgese, Vincenzo Errante, Enzo Ferrieri (per "Convegno"), Fogazzaro (un biglietto di poco conto), Ferdinando Fontana, Fracchia, Gentile (una lettera per una collaborazione all'Enciclopedia Italiana), Linati, Giuseppe Lombardo Radice, Malaparte (premio "La Stampa", 1930), Marinetti (richiesta di collaborazione a "Poesia"), Clemente Merlo, Momigliano, Moretti, Motta (capo della politica estera svizzera, amico e coetaneo di Chiesa), Alberto Norzi (uomo di scuola), Ada Negri (quasi solo elogi reciproci), A.S. Novaro, Ojetti (per il "Corriere"), A.Olivetti (direttore, con Arturo Labriola, di "Pagine Libere" di cui Chiesa fu redattore letterario), Fernando Palazzi, Pietro Pancrazi (il critico italiano che - con Emilio Cecchi - ha detto le cose più giuste su Chiesa), Panzini, Pastonchi, Eligio Pometta (storico ticinese), Prezzolini, Giuseppe Rensi (inviti a collaborare a "Coenobium", l'importante rivista "luganese" di cui uscirà presto un'antologia curata da Alberto Cavaglion), Luigi Rossi (pittore ticinese), Luigi Rusca (Mondadori), Carlo Salvioni (il grande linguista e l'editore bellinzonese), Arrigo Solmi (fondatore, a Pavia , dell'"Archivio $torico della Svizzera Italiana"), Spitteler (scrittore svizzero, premio Nobel 1920), Tessa, Treves (editore), Diego Valeri, Giuseppe Zoppi.
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